Una Chiesa che a Casarsa della Delizia racconta la storia della comunità: è quella di Santa Croce, chiamata affettuosamente “Glisiùt” dai fedeli, amata da Pier Paolo Pasolini e che è la più antica del paese a due passi da Tagliamento. Conserva splendidi affreschi di Pomponio Amalteo del XV secolo in cui s’intravvede anche la mano del suo famoso suocero, Il Pordenone. Distrutti in parte dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, i dipinti furono poi recuperati nelle sezioni rimanenti con un lavoro conservativo che ora è documentato e raccolto nel nuovo volume “Sanctae Crucis de Villa Casarsa – Storica conservativa e di tutela” che sarà presentato nell’area verde della Cortina di Santa Croce, all’esterno della chiesa stessa, oggi 13 settembre, alle 20.45.
L’opera è stata scritta da Raffaella Plos, dottoressa in Conservazione dei beni culturali all’Università di Udine per i tipi di Forum editrice universitaria Udinese con il contributo della Città di Casarsa della Delizia. Non solo gli interventi conservativi del Dopoguerra, ma anche i precedenti a partire da fine Ottocento sono illustrati nella ricerca, impreziosita dalle fotografie d’archivio della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. La presentazione sarà arricchita da suggestioni musicali a cura di Riccardo Pes.
Santa Croce, il “Glisiùt”.
«Un lavoro scientifico grazie al quale – hanno afferma Lavinia Clarotto, sindaco di Casarsa, e Fabio Cristante, assessore alle Politiche culturali e del territorio, nella prefazione al volume -, per la prima volta, sono state radunate e messe a sistema le vicende relative alla storia conservativa e di tutela di questo bene di proprietà della parrocchia di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario. Un’azione promossa guardando all’art. 9 della Costituzione della Repubblica italiana, che promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Anche attraverso queste pagine che, ripercorrendo le azioni intraprese e i sentimenti che hanno mosso coloro che ci hanno preceduti, rappresentano per noi oggi un invito alla cura dell’eredità ricevuta, bellezza che appartiene a tutti».
«Da ogni riga – sottolinea nella prefazione Elisabetta Francescutti, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia – emerge con forza l’importanza del metodo di indagine: lo studio, non solo delle fonti scritte, ma anche degli archivi, con particolare riferimento a quelli degli Istituti pubblici – le Soprintendenze in particolare –, cartacei e fotografici. Si rende così evidente il ruolo della fotografia come nuovo e insostituibile strumento documentale, portatore di innumerevoli livelli di informazione. Vengono delineati, infine, altri filoni semantici: quello vero e proprio della tutela del patrimonio culturale, dei suoi organi e dei suoi interpreti; la storia di materiali e metodi di restauro nel corso del Novecento; le biografie di artisti, pittori-conservatori, soprintendenti, ispettori onorari, parroci; l’importanza delle sinergie locali e istituzionali per la salvaguardia dei monumenti storici; il ruolo della Chiesa; e, non da ultimo, il peso della grande Storia, che si incrocia con le vicende più piccole della comunità di Casarsa».
Contestualmente, gli affreschi perduti dopo i bombardamenti torneranno “in vita” grazie alla ricostruzione tridimensionale realizzata dal progetto della Parrocchia di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario e della Pro Casarsa sostenuta dalle donazioni dei cittadini integrate da Friulovest Banca con la sua iniziativa benefica “Si può dare di più”. Un lavoro partito dalle citate fotografie della Soprintendenza realizzate nel 1909 da Giovanni Caprioli rielaborate da Stefano Ciol, Ferdinando Patini, Federico Infanti e Davide Lorigliola, assieme ai testi di Clelia Mungiguerra ed Ester Pilosio. Il lavoro verrà presentato per la prima volta in questa occasione.
IL LIBRO
La pubblicazione ripercorre le vicende conservative dell’antica Chiesa di Santa Croce a Casarsa della Delizia, dalla fine dell’Ottocento fino agli ultimi restauri realizzati negli anni Novanta del Novecento. L’analisi delle immagini d’epoca, reperite nei fondi fotografici della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, assieme allo studio delle fonti documentali, ha costituito il primo tassello per dare l’avvio alla ricostruzione delle modalità di esecuzione adottate nel corso dei molteplici interventi di restauro, che hanno interessato la struttura architettonica dell’edificio e il ciclo di affreschi realizzato dal pittore Pomponio Amalteo. Dalle ricerche d’archivio, inoltre, sono emersi alcuni protagonisti di questa storia conservativa che hanno contribuito, con il loro impegno e le loro azioni, alla protezione e alla salvaguardia dell’antica parrocchiale e della sua storia centenaria.
L’AUTRICE
Raffaella Plos si è laureata in Conservazione dei beni culturali all’Università degli Studi di Udine con una tesi sulla ricostruzione del complesso abitativo e delle vicende storiche del borgo castellano di Fagagna tra il XIV e XV secolo. Ha conseguito nel 2019 il diploma in Beni storico-artistici alla Scuola di specializzazione dell’Ateneo friulano, con uno studio dedicato agli archivi fotografici della prima metà del Novecento conservati dalla Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia.
La presentazione sarà a ingresso gratuito regolamentato in base alle disposizioni anti Covid-19 con prenotazione consigliata. In caso di maltempo, l’incontro si terrà presso il Teatro Pasolini, via Piave 16. Per informazioni e prenotazioni: Biblioteca Civica di Casarsa della Delizia. Via XI Febbraio 16 e-mail: cultura@comune.casarsadelladelizia.pn.it, telefono 0434.873981.
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In copertina e qui sopra ecco il libro di Raffaella Plos che sarà presentato questa sera a Casarsa della Delizia.